L'Andrea Doria. Una fiaba senza lieto fine
Prendete degli architetti visionari, artisti all’avanguardia e designer di grido, metteteli nella stessa stanza, dategli il progetto di una nave e carta bianca su come arredarla. Il risultato? Un’imbarcazione senza precedenti: l’Andrea Doria.
Di un’eleganza unica, era considerata la nave passeggeri più bella del mondo. Varata il 16 giugno 1951, era il fiore all’occhiello della marina italiana, un simbolo di comodità e lusso con cui nessuno poteva rivaleggiare (e come poteva essere altrimenti, dopo un investimento di un milione di dollari solo per arredi e opere d’arte?). Gli interni del transatlantico furono ideati da alcuni dei più grandi nomi della scena artistica dell’epoca. Architetti del calibro di Gio Ponti e Giulio Minoletti, artisti come Lucio Fontana (che si occupò dei mosaici), Salvatore Fiume (la cui Leggenda d’Italia fu posta nella sala soggiorno della prima classe), Federico Morgante e Emanuele Luzzati (per arredare gli spazi dedicati ai bambini) furono chiamati a dare il loro contributo, rendendo la nave un’opera d’arte galleggiante.
Viaggiare con l’Andrea Doria significava vivere un’esperienza. Chi si imbarcava poteva raggiungere il Nuovo Mondo respirando l’arte e la cultura di quegli anni, rinunciando forse ad un viaggio più veloce, ma rimanendo in uno stato di continuo grandeur il cui ricordo lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. Una filosofia molto simile a quella del Titanic, con cui purtroppo l’Andrea Doria condivide anche la triste storia.
La fine di un’epoca
Anni di spostamenti, migliaia di persone portate da un lato all’altro dell’oceano, infinite storie intrecciatesi sui suoi ponti: l’Andrea Doria era la nave dei sogni. Nessuno poteva immaginare che il suo centunesimo viaggio si sarebbe trasformato in un incubo.
17 luglio 1956: la nave solca nuovamente la tratta Genova - New York. 1706 le anime a bordo, di cui 1134 passeggeri, 572 membri dell’equipaggio e uno dei Comandanti della Marina tra i più conosciuti e stimati, Pietro Calamai, al suo ultimo viaggio prima di assumere il comando della Cristoforo Colombo. Un’altra traversata, un altro turbinio di momenti alla Mille e una Notte ricco di balli, feste e divertimenti senza fine. E fu forse durante una di queste attività che, durante l’ultima notte a bordo, accadde l’impensabile.
Alle 23 e 10 del 25 luglio la nave fu speronata dal mercantile svedese Stockholm al largo delle coste statunitensi. Le avverse condizioni metereologiche e l’inesperienza dell’ufficiale al comando della nave svedese, segnarono la fine della “dama del mare”. L’impatto causò una falla nel fianco destro dell’Andrea Doria, che imbarcò in breve tempo 500 tonnellate d’acqua e comportò la morte di 46 passeggeri che risiedevano nelle cabine colpite durante l’urto. Il transatlantico affondò alle ore 10:15 del 26 luglio 1956 dopo undici lunghissime ore di agonia, ultima grande tragedia del mare prima dell’avvento degli aerei come mezzo di trasporto prioritario per le lunghe tratte.
Scatti rubati
A fare sì che quella dell’Andrea Doria non diventasse una tragedia ancora più grande furono non solo la competenza del Comandante e dell’equipaggio, ma anche alcuni accorgimenti presi durante la costruzione della nave, quali l’ammodernamento delle misure di comunicazione e l’implementazione delle normative SOLAS 1948. A queste si aggiunsero il soccorso tempestivo di diverse navi battenti bandiera statunitense, la Stockholm stessa - tornata indietro non appena accertato che la nave non rischiava di affondare - e la Île de France, che cambiò rotta su decisione del comandante Raoul de Beaudéan nonostante fosse a diverse ore di navigazione di distanza.
A documentare Il naufragio della T/n Andrea Doria vi furono delle fotografie che avrebbero consacrato alla storia i loro realizzatori. Tra queste lo scatto di Loomis Dean, passeggero sulla Île de France e fotografo della rivista Life, che scattò la foto della nave nella nebbia in lontananza, appoggiata sul fianco colpito durante l’urto e con le luci di emergenza accese, e le foto aeree dell’affondamento del cronista del Boston Traveler Harry Trask, che gli valsero il Premio Pulitzer 1957.
Navigare la storia
La nave giace a 75 metri di profondità sul luogo del naufragio, a sud dell’isola di Nantucket sulla rotta della shipping line (linea di navigazione), che collega Europa e Stati Uniti, impossibilitata dall’essere recuperata a causa delle condizioni ambientali della zona: correnti fredde, acqua torbida, squali, traffico marittimo, che tuttavia non impediscono ai cacciatori di tesori di tentare, di tanto in tanto, di immergersi alla ricerca di “avventure”.
Ma la sua storia non è limitata al luogo del naufragio o a qualche sporadico scatto, è raccontata in un luogo simbolo del mare stesso, il Galata - Museo del mare di Genova.
Qui, dove sono racchiuse infinite storie di uomini, oggetti e scoperte, sembra di essere in mare aperto: tranquilli un momento e in balia delle tempeste quello successivo, con la garanzia però che nulla potrà succedere realmente e gli unici tumulti provocati saranno quelli della mente, colpita dagli infiniti racconti raccolti nei suoi spazi.
Nelle sale dedicate all’Andrea Doria, il visitatore è in grado di vivere un’experience a tutto tondo. Attraverso ricostruzioni di ambienti della nave e una parte di ponte inclinato a 30°, i visitatori sono invitati a “salire a bordo” e ripercorrere i piani come i passeggeri e l’equipaggio fecero per salvarsi durante quella fatidica notte, grazie ad un allestimento innovativo che permette di comprendere la storia vivendola sulla propria pelle…
… le tavole di legno scricchiolano sotto le scarpe, i polmoni si riempiono di rinvigorente aria salmastra e gli occhi assorbono stupiti le decorazioni, i mobili e le opere d’arte che arredano ogni angolo e nicchia. Sentite il suono della sirena? La nave sta partendo, meglio affrettarsi, o non riusciremo a salutare i nostri cari rimasti a terra.
Dizioseo
- Transatlantico
Nave passeggeri grande e veloce che tra le due Guerre Mondiali e fino agli anni 60 del XX secolo copriva le tratte che collegavano l'Europa e l'America.
- Grandeur
Esibizione o ambizione di potenza (soprattutto da parte di uno stato).
- SOLAS 1948
"Safety of Life at Sea". In italiano Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare, è un accordo internazionale volto a tutelare la sicurezza della navigazione mercantile. Una prima versione della Convenzione fu redatta nel 1914, a seguito dell'affondamento del Titanic.
- T/n
Turbo nave