Rivoluzione delle emozioni
Ogni anno il 27 marzo cade la giornata dedicata ad una delle forme artistiche più antiche e coinvolgenti mai inventate dall’uomo: il teatro. Da secoli questa espressione del genio umano anima lo spirito degli spettatori e porta la creatività dei suoi drammaturghi a vette inaspettate. Oggi cogliamo l’occasione per riflettere sulla storia, la diversità e l’impatto che il teatro ha avuto sulla cultura e sulla nostra comprensione del mondo e ne esploriamo le radici, con un occhio di riguardo verso le sue forme più ataviche e assaporandone i capolavori.
LE ORIGINI DEL TEATRO
Come nasce il teatro? Come accennavamo si tratta di una forma artistica antichissima, la cui nascita, secondo la leggenda, è attribuibile a Tespi, drammaturgo e attore greco che giunse ad Atene nel VI secolo a.C.. La sua figura, benché ammantata sotto certi versi di misticismo, trova alcune testimonianze storiche risalenti al III secolo a.C. che collocano l’attività teatrale di questo personaggio nello stesso periodo dei primi agoni drammatici ateniesi. Nel corso dei secoli il ruolo di Tespi ha sempre più abbandonato il suo storicismo favorendo una lettura mitica della sua persona, che lo portano ad essere individuato come creatore stesso della tragedia, un ruolo paragonabile a quello di Omero come sommo poeta e padre del canto epico. Il teatro è una delle attività socio-culturali più longeve della storia e in epoche dove umano e divino si intrecciavano indissolubilmente, non deve parere strano se all’origine di tutto risultano esserci rituali e culti dedicati ad una divinità in particolare: Dioniso.
FORME DEL TEATRO ANTICO
Le passioni, le fantasie e le trasformazioni di cui erano intrisi i culti e misteri di Dioniso, lo resero il patrono perfetto di questo aspetto fondamentale nella vita degli antichi. In particolare le forme più antiche di rappresentazioni teatrali hanno radici nei ditirambi, particolari composizioni corali dedicate al dio dove si coniugano poesia, lirica e danza, da cui ebbe origine secondo Aristotele la più alta forma teatrale mai creata: la tragedia.
La tragedia (che significa letteralmente “canto per il capro”) veniva rappresentata in determinate occasioni religiose dedicate a Dioniso: le Grandi e Piccole Dionisie. Tra i massimi esponenti della tragedia greca vi sono Eschilo, Sofocle e Euripide, le cui opere erano caratterizzate da una serie di episodi intermezzati da cori, che insieme costituivano l’azione tragica del dramma ed erano preceduti da un prologo.
Altra forma teatrale era la commedia, nata pochi decenni dopo la tragedia, che Aristotele lega ai canti fallici che seguivano le processioni dionisiache. Le commedie venivano rappresentate in occasione delle Lenee (dedicate a Dioniso Leneo, adorato dalle Menadi) e delle Grandi Dionisie e vedevano poeti comici gareggiare tra di loro con uno o due pezzi ciascuno. La nostra conoscenza della commedia antica è dovuta principalmente alle opere di Aristofane, anche se gli autori più antichi furono Epicarmo, che compose una quarantina di opere, Chionide e Magnete.
I LUOGHI DELLE RAPPRESENTAZIONI
Per ammirare i luoghi dove queste opere prendevano vita non è necessario andare fino ad Atene. Basta fermarsi nei territori della Sicilia, un tempo parte della Magna Grecia, e lasciarsi trasportare in realtà ricche di fascino che ancora oggi, nonostante i secoli, trasudano aria di maestosità. La Magna Grecia ospitava numerosi teatri antichi che costituivano il fulcro della vita culturale e sociale. Tra questi spiccano il Teatro greco della Neapolis di Siracusa e il Teatro Antico di Taormina.
Scolpito nella roccia del colle Temenite, il Teatro greco di Siracusa presenta una cavea di enormi dimensioni, con 67 ordini di gradini. Un edificio maestoso che ancora oggi ispira ammirazione e rispetto - per citare i viaggiatori del Grand Tour - e che nel suo periodo d’oro chiamò grandi drammaturghi dell’epoca come Eschilo, che qui mise in scena “I Persiani” e “Le etnee”. Una volta sui gradini lasciatevi trasportare dall’eco delle rappresentazioni che sembra permeare lo spazio, chiudete gli occhi e inspirate la storia che trasuda da questa struttura imperitura, vi sembrerà di essere tornati nel passato! E se vi va di assistere ad uno spettacolo ricordate che in estate vanno ancora oggi rappresentazioni teatrali tratte dai drammi antichi.
Il Teatro antico di Taormina, situato su una collina con vista sull’Etna, offre uno scenario mozzafiato e continua a essere un'attrazione turistica rinomata. Incastonato nella roccia, questo gioiello architettonico si inserisce perfettamente nell’ambiente circostante, quasi fosse lui stesso un prodotto della natura. Costruito per volere della moglie di Ierone II Filistide nel III sec. a.C., con le sue dimensioni, vista e posizione è davvero un luogo di impareggiabile bellezza! Immagina di visitarlo in una tranquilla sera d’estate. I suoni del vento si mescolano al profumo del mare, l’imponente sagoma dell’Etna si staglia sullo sfondo, e i colori del tramonto si mescolano in un carosello di arancioni, rosa e rossi che tingono di nuove sfumature le sue pietre millenarie, in una vista da mozzare il fiato. Qui dove arte, cultura e natura si mischiano vivrai certamente un’esperienza da lasciare a bocca aperta!
QUALCHE ESEMPIO
Tra gli esempi di commedie antiche più celebri non possiamo non menzionare la Lisistrata di Aristofane, una satira brillante sulla guerra e la politica, con una protagonista femminile che organizza uno sciopero del sesso per costringere gli uomini a porre fine ai conflitti che infiammavano il Peloponneso. Anche se l’intento dell’autore non era certo quello di favorire l’autonomia femminile, quanto più di rappresentare un mondo rovesciato, si tratta comunque dell’esempio di emancipazione femminile più antico mai documentato, con donne di diversa estrazione e città che si uniscono con uno scopo comune.
Le tragedie greche hanno influenzato profondamente la narrativa e il teatro occidentale. Due esempi iconici sono Edipo Re di Sofocle e Medea di Euripide. Il primo esplora i temi del destino e della colpa attraverso la storia di un uomo che cerca di sfuggire alla sua profezia tragica, mentre la Medea di Euripide si distanzia dagli altri in quanto per la prima volta sceglie di focalizzarsi sul periodo di Corinto, con un’analisi profonda delle motivazioni dietro l’atto inumano di cui si macchia la protagonista - l’uccisione dei figli - accusando non solo Medea, ma lo stesso Giasone, colpevole di averla abbandonata per una moglie più giovane.
Facendo tesoro di quanto creato dai nostri antenati, non possiamo che apprezzare l'opportunità che la Giornata Mondiale del Teatro ci offre di celebrare non solo le forme antiche e classiche del teatro, ma anche la sua continua evoluzione e rilevanza nella società contemporanea.
Attraverso il teatro, possiamo esplorare le profondità dell'esperienza umana e connetterci con le emozioni e le storie che ci rendono umani, ricordandoci l'importanza e la bellezza di un'arte che ha resistito alla prova del tempo. Dai teatri antichi della Magna Grecia alle moderne produzioni teatrali, il teatro continua a essere uno specchio della nostra umanità. Celebrare il teatro significa celebrare la creatività umana, la capacità di raccontare storie e di mettere in scena esperienze che ci uniscono come comunità.