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I capolavori nascosti nei classici Disney

05 dicembre 2023
Tra le pieghe della toga
Arte senza regole

Quali sono le forme che può assumere l’arte? Dalla pittura alla scultura, dall’affresco alla fotografia, passando dal periodo ellenico al medievale, dall’epoca moderna a quella contemporanea, le discipline e le tecniche artistiche sono così numerose che ad inserirle sotto un unico cappello rischieremmo di soffocarne l’essenza.

Questo articolo non vuole essere un semplice decalogo artistico, ma una prova del fatto che l’arte nelle sue diverse declinazioni è molto più vicina alla realtà quotidiana di quanto immaginiamo. Come abbiamo scelto di farlo? Ma naturalmente attingendo dal bacino della settima arte, il cinema, e da un colosso dell’animazione: la Walt Disney!

Da Biancaneve a Moana, da Cenerentola a Frozen, da Peter Pan a Raya e l’ultimo drago, i classici Disney sono stati per molti un pilastro dell’infanzia. Ma tutti questi personaggi e le ambientazioni favolistiche sono davvero frutto della pura immaginazione dei loro creatori? In molti casi si tratta di una combinazione tra una buona dose di fantasia e la rielaborazione di storie, leggende e perché no, opere d’arte, che hanno colpito il loro immaginario.

Non ci credete? Vi conviene allora continuare a leggere e scoprire alcune di queste reference artistiche.

  • 1.
    PERDERE LE BRACCIA PER AMORE

    Avete presente la Venere di Milo? Per chi non la conoscesse si tratta di una statua ellenistica di estrema bellezza e capacità tecnica raffigurante la dea Afrodite. È caratterizzata dall’assenza delle braccia, tagliate in modo netto appena sotto i bicipiti, che porta a numerose ipotesi sulla scena che lo scultore, Alessandro di Antiochia, voleva rappresentare: forse una raffigurazione della consegna del pomo d’oro a Paride oppure il momento del bagno.

    Sul come fece a perdere le braccia anche la Disney ha provato a dare una sua soluzione. Ricordate quando in Hercules il protagonista cerca di corteggiare Meg? Ad un certo punto il nostro eroe cerca di far rimbalzare un ciottolo sulla superficie dell'acqua, ma finisce con il rompere le braccia della statua posta al centro della fontana.

    Eccola lì la nostra Venere! E come Meg anche noi ci dichiariamo d'accordo: è molto più bella così.

  • 2.
    ALGIDA BELLEZZA

    Sguardo freddo, voce profonda, bocca costantemente rivolta verso il basso. Grimilde, la Regina Cattiva di Biancaneve, è l’epitome di tutto ciò che deve essere un cattivo Disney. E che cattiva! Avvolta in un mantello nero come la notte, la Regina nasconde un cuore di ghiaccio e persegue un unico obiettivo: essere la più bella.

    Seppur custode di un animo nero come la pece, non possiamo negare che, nella rosa delle regine cattive, Grimilde è sicuramente una delle più affascinanti. Per realizzare questo famoso personaggio i disegnatori della Disney si sono ispirati alla statua medievale di Uta di Ballenstedt, margravia di Meissen, realizzata dal Maestro di Naumburg e custodita nel duomo cittadino. L’abbigliamento sontuoso, la policromia dei marmi e lo sguardo altezzoso ne determinano l’avvenenza e gelida regalità, senza precedenti nella scultura romanica.

    Non trovate che ci siano parecchi parallelismi tra le due?

  • 3.
    A QUALCHE MORTALE SERVE PROTEZIONE?

    Quando sentite la parola “antenati” qual è la prima cosa che vi viene in mente? Ma Mulan ovviamente! Una delle scene più iconiche del cartone dedicato all’eroina cinese (oltretutto realmente esistita, le sue gesta sono raccontate nella Ballata di Mulan, poema del VI secolo), è quella che gira intorno alla scelta dell’eroina di prendere servizio nell’esercito al posto del padre malato e che vede gli antenati della famiglia dibattere su chi mandare in aiuto della ragazza.

    Lo ammettiamo: ci sono volute un paio di visioni del film prima di renderci conto di qualsivoglia riferimento artistico (diamo la colpa a Mushu e alla sua simpatia), ma poi ci siamo arrivati. Nel carosello di spiriti è visibile una coppia in particolare, lei con il sopracciglio sollevato e l’espressione di chi non accetta sciocchezze, lui con occhiali e forcone da contadino: è American Gothic di Grant Wood!

    I modelli per il dipinto furono la sorella e il dentista dell’artista e l’opera è oggi conservata all’Art Institute di Chicago. Realizzata nel 1930, divenne simbolo della cultura rurale dell’America della Grande Depressione e delle condizioni di vita delle classi lavoratrici e meno abbienti.

    Le posture erette, lo sguardo fisso e i volti contriti sembrano perfetti per rappresentare l’idea di antenati severi e instancabili lavoratori, non trovate?

  • 4.
    AD OGNI RAMO LA SUA ALTALENA

    È il momento di approdare in uno dei classici Disney più amati degli ultimi anni. Sì, stiamo parlando di Frozen! Poteri magici, un regno fantastico, due sorelle disposte a tutto l’una per l’altra e un simpatico pupazzo di neve parlante… gli sceneggiatori hanno fatto bene il loro lavoro, non c’è che dire.

    E Arendelle - questo il nome del regno in cui si svolge la storia - può contare su un palazzo e una famiglia reale amata dal popolo. E come ogni palazzo che si rispetti, cela nelle sue sale innumerevoli tesori. Accompagnati dalla principessa Anna, sulle note di una vivace canzone, scivoliamo lungo scaloni infiniti e superiamo cucine ricche di delizie, ma è nella pinacoteca reale che inizia la vera magia. Qui, in un perfetto connubio tra storia e fantasia, dopo un salto quasi immersivo della protagonista in alcuni dipinti ci rendiamo conto che, ehi!, quella scena in altalena sembra familiare.

    Ed è proprio così, perché non è altro che L’altalena di Jean-Honoré Fragonard. Ambientata all’interno di un bosco, il soggetto principale del dipinto è una nobildonna riccamente vestita sospinta su un’altalena dal marito, mentre ai suoi piedi, nascosto tra i cespugli, c’è un giovane uomo con cui si scambia sguardi maliziosi e verso cui sembra diretta la scarpetta persa durante il volo.

  • 5.
    IL CASTELLO DELLE FAVOLE

    C’è una stella su nel ciel / Che ogni sogno può appagar / E la gioia più serena sa donar / Alla stella schiudi il cuor / Con fiducia e con amor / E la stella su nel ciel t’appagherà

    Certe musiche sono immortali. La sigla introduttiva della Disney è una di quelle, ma senza l’iconico castello delle principesse, disegnato da una stella, non sarebbe la stessa. Ma da dove trasse ispirazione Walt Disney per crearlo?

    Per capirlo bisogna spostarsi nelle Alpi bavaresi, a circa due ore da Monaco, dove appare come un miraggio il Castello di Neuschwanstein che, con il suo colore bianco perla e le torri a punta, ammantato di neve in inverno e circondato dai colori splendenti dell’autunno, sembra uscito da una fiaba.

    E mentre il suo committente, Ludwig II di Baviera, volle erigerlo a luogo di solitudine dove far rivivere le grandi gesta dei personaggi wagneriani (Lohengrin, Tristano e Isotta, Sigurd) attraverso cicli pittorici estremamente ricchi di dettagli, Walt Disney rese questo luogo fantastico non solo il castello di Aurora nella Bella addormenta, ma la base su cui costruire quello che sarebbe diventato il simbolo per eccellenza, insieme a Topolino, del suo impero.

  • 6.
    DESTINI INCROCIATI

    Inizialmente avevamo pensato di lasciare a cinque il numero di Easter egg con cui deliziarvi, ma non potevamo esimerci dal presentarvi quello che è a tutti gli effetti il perfetto connubio tra arte e animazione mai creato. Non semplici riferimenti artistici, ma un vero e proprio esempio di arte animata che vide due menti geniali collaborare alla sua creazione.

    Stiamo parlando di Destino, cortometraggio surrealista partorito dal genio creativo di Walt Disney e Salvador Dalì. Al centro della narrazione troviamo la storia d’amore tra la personificazione del Tempo e una ballerina mortale. In circa sette minuti i due si rincorrono in un’ambientazione desertica senza mai riuscire ad incontrarsi, in un concatenarsi di scene che narrano dell’ineluttabilità dello scorrere del tempo, in un susseguirsi di riferimenti surrealisti che lasciano spazio alle interpretazioni più disparate.

    Purtroppo a causa di un crollo economico nel secondo dopoguerra Disney fu costretto a bloccare la produzione del corto e ci vollero ben settantacinque anni e l’intervento del nipote, Roy Disney, perché il progetto vedesse finalmente la luce, portando sugli schermi quello che a tutti gli effetti è una delle produzioni più visionarie e audaci della compagnia.

Non solo cartoni animati, ma la prova che l'arte può ispirare ed essere declinata in modo da creare nuove immagini e sensazioni, anche se non ce ne accorgiamo.
Un invito a guardare al mondo che ci circonda con gli occhi della fantasia e lasciarsi ispirare, creando nuovi e fantastici mondi dove sentirsi liberi di sognare.

Come dissero Walt Disney e Salvador Dalì nella striscia di Topolino dedicata alla loro collaborazione:

"Cosa c'è di più surreale di un'opera d'arte che vola via e non si fa imprigionare...libera come i nostri sogni! E i fogli non finiscono mai! Ci sarà sempre un foglio bianco da riempire! E allora disegnate, inventate.. create, amici!"

E se vi trovaste in un museo circondati da reperti e quadri ricchi di storia, sareste curiosi di vedere fino a che punto la vostra fantasia potrebbe spingersi dando nuova vita alle collezioni o preferireste lo facessero altri per voi?

Noi siamo sicuri che dalla vostra immaginazione potrebbero nascere infiniti mondi. Lasciatevi andare, sognate con noi!

Il dizionario del museo

Dizioseo

  • ellenistica

    periodo artistico che va dalla morte di Alessandro Magno nel 323 a.C. alla conquista romana dell'Egitto nel 31 a.C

  • epitome

    compendio, riassunto (di solito in relazione ad un'opera voluminosa)

  • margravio/a

    titolare dei poteri giurisdizionali o amministrativi in una marca, secondo l'organizzazione feudale

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