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L'amore al tempo dei Greci: 12 parole per parlare di sentimenti

14 febbraio 2024
Tra le pieghe della toga

Per qualche strano gioco del destino qualche giorno fa ci siamo ritrovati nel mezzo delle pulizie di primavera. Pioveva, tirava vento e l’unica cosa che desideravamo erano una tazza di tè e una coperta, ma le nostre suppliche hanno incontrato muri di silenzio.

Per contrastare in qualche modo questa punizione divina (siamo certi che ci sia un dio designato per questo genere di torture) abbiamo contrattato con la pulizia della nostra zona preferita: la libreria.

Bella, immensa, polverosa (aveva davvero bisogno di una passata di straccio, qua lo diciamo e lo neghiamo), ricca di ricordi. Sembrerà assurdo, ma un compito noioso ci ha regalato più sorrisi di quanto avremmo immaginato e la base per un articolo in perfetta sintonia con la festa di San Valentino.

Galeotto fu il Rocci -Dizionario di Greco con la D maiuscola- e l’antico idioma per cui abbiamo versato innumerevoli lacrime in gioventù. Immergersi nuovamente in quelle pagine, sfogliarle e vedere i caratteri dell’alfabeto greco rincorrersi dando vita ad una civiltà immensa, ha fatto riaffiorare in noi il desiderio di tirare fuori dalle tasche del passato alcune delle cose che più ci piacevano di questa lingua: le sfumature.

Avvicinarsi al greco significa bussare alla porta di un mondo di vocaboli taglienti e aggettivi carezzevoli. È una lingua esigente che richiede un trasporto estremo. Se verso l’odio o verso l’amore, solo il tempo e la disposizione umana possono dirlo.

Tra le amenità di questa lingua il concetto di amore ha sempre avuto un posto d’onore. I miti e le rappresentazioni dei sentimenti umani hanno sempre avuto una presa sul nostro animo bohémien e del greco in particolare ci ha sempre colpito l’estesa rosa di termini per parlare dell’amore e il carosello di significati ad esso legato.

Amore per sé stessi, amore per la famiglia, amore per gli dei, amore per il proprio lavoro.
Quello che noi tendiamo ad esprimere con giri di parole e parafrasi complicate assumeva una sua dimensione nell’antichità.

Gli antichi Greci convogliavano la varietà dei sentimenti umani con efficienza e spietata sincerità. Oggi abbiamo deciso di affidarci alle loro parole per descrivere di uno dei sentimenti più controversi della storia dell’umanità.

  • 1.
    Eros (έρως)

    Non potevamo che iniziare dall’esempio di amore per antonomasia: l’eros, traducibile con quella passione, desiderio e brama ardente di cui, nell’antichità, era portatore Eros, dio alato dalle sembianze di fanciullo figlio di Afrodite e Ares.

    È l’amore che brucia il cuore e infiamma lo spirito degli innamorati e confluisce nel rapporto carnale.

  • 2.
    Philia (φιλία)

    Per diffusione del vocabolo e significato, spesso si vede nell’eros una generalizzazione dell’amore, ma come constatato prima esso non è che una minima parte. La più alta forma di amore era infatti considerata la philia, ovvero l’amicizia.

    Questo vocabolo così delicato racconta dell’amore fraterno che due individui possono provare l’uno per l’altro. Era simbolo di uno dei legami più sacri che potesse instaurarsi tra due persone, in quanto indicava una comunità di intenti, pensieri e conoscenza fuori dal comune.

  • 3.
    Agape (αγάπη)

    Dall’umano al divino: con l’agape entriamo nell’ottica dell’amore come affezione o dell’io come oggetto di amore. Quello che la parola tratteggia non è più un rapporto tra individui su uno stesso piano, ma si trasfigura nell’amore che Dio prova per l’umanità.

    In latino si traduce nella caritas cristiana.

  • 4.
    Storge (στοργή)

    Amore, tenerezza, affetto. Tre parole che incapsulano splendidamente il significato cardine di questo vocabolo: l’amore famigliare. La parola storge può indicare sia l’amore filiale sia l’amore di un genitore per i propri figli. Rappresenta i sentimenti naturali e istintivi che proviamo per i membri della nostra famiglia.

  • 5.
    Philautia (φιλαυτία)

    Per amare gli altri dobbiamo imparare ad amare noi stessi. La philautia indica quell’amore per sé stessi che, come insegna Aristotele, ha un’accezione positiva. Descrive infatti il desiderio di migliorare e migliorarsi, portandoci a volere il meglio per noi stessi e di conseguenza ispirando gli altri a volerlo per sé.

    È un atto di amore verso la nostra anima e il nostro io interiore.

  • 6.
    Pragma (πρᾶγμα)

    Come suggerisce la parola, il pragma è un tipo di amore stabile e duraturo, sviluppatosi tra due persone che stanno insieme da molto tempo. È l’impegno e la dedizione che si mette nel mantenere in piedi una coppia, facendo maturare l’amore insieme alle persone.

  • 7.
    Mania (μανία)

    È il turbinio di sentimenti che porta ad azioni estreme, che agita il cuore nel petto e ci fa essere preda delle emozioni.

    Di matrice negativa, è quella folle passione spesso usata anche nella descrizione di eventi o battaglie dall’alto carico emotivo, per raccontare la ferocia di una battaglia o l’infuriare delle armi tra le mani mentre si è presi dalla frenesia della guerra.

  • 8.
    Charis (χάρις)

    Traducibile come favore o benevolenza nel suo significato più ampio, in senso erotico diventa l’esemplificazione della lusinga.

    Come dice Platone nel Fedro, la charis è la delizia dei piaceri amorosi. In sé contiene il piacere dell’anima e del corpo, creando una situazione idilliaca per gli amanti che si trovano su uno stesso piano affettivo. Senza uguaglianza tra le parti infatti la charis non avrebbe terreno fertile in cui mettere radici.

  • 9.
    Pothos (Πόθος)

    Lo struggimento che si prova quando la persona amata è lontana è racchiuso nel pothos, il desiderio amoroso per coloro che sono distanti. Fratello di Eros, si distingue per il suo rappresentare il desiderio di amore incarnandone la dimensione più nostalgica.

  • 10.
    Thelema (θέλημα)

    È l’amore per il proprio mestiere.

    A differenza degli altri non è rivolto verso una persona, ma può essere usato esclusivamente nei confronti di qualcosa che noi facciamo in prima persona. Può essere un lavoro, come la scrittura, o una passione, come la lettura o lo studio di una lingua.

  • 11.
    Himeros (ἵμερος)

    Figlio di Afrodite, fratello di Eros e Pothos, è la personificazione del desiderio vivo. È la brama per l’altro, l’impulso che si traduce in amore folle e consumante.

    Ha un’accezione preponderatamente carnale e necessita dell’appagamento fisico per essere spento.

  • 12.
    Anteros (αντέρως)

    È l’amore reciproco tra individui, che deve essere costantemente alimentato e curato per potersi sviluppare senza appassire.

    Dobbiamo questo genere di amore ad Eros stesso che, secondo il mito, sembrava non riuscire a crescere. Alla madre Afrodite venne profetizzato che solo l’amore di un fratello lo avrebbe aiutato a diventare adulto, per cui la dea e Ares ebbero Antheros, simbolo di come l’amore abbia bisogno di essere reciproco per crescere.

                                                                    ❤️

Scuote l'anima mia Eros | come vento sul monte | che irrompe entro le querce | e scioglie le membra e le agita, | dolce, amaro, indomabile serpente (Saffo)

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