Le origini di Halloween
È arrivato il periodo più spaventoso dell’anno! Halloween, contrazione di All Hallow’s Eve cioè vigilia di tutti i Santi, è una festa nota in tutto il mondo, celebrata da grandi e piccoli. Ma se oggi l’aspetto ludico prevale si potrebbe dire lo stesso per gli antichi?
Alle origini della leggenda: Samhain
La nostra storia inizia in Irlanda, terra di fate e di pentole d’oro alla fine dell'arcobaleno. I Celti celebravano l’anno nuovo il 1 di novembre, inizio ufficiale del periodo invernale.
Questo periodo era chiamato Samhain, traducibile con fine dell’estate, un momento corale in cui la comunità si riuniva per ringraziare gli Dei per il raccolto estivo, il buono stato delle greggi e per esorcizzare i pericoli dell’inverno.
La terra infatti era morta solo in apparenza. Il sottosuolo era in realtà in piena fase rigenerativa per prepararsi ai raccolti estivi, da qui la credenza secondo cui alla vigilia del nuovo anno i morti venissero evocati da queste forze sotterranee e visitassero il mondo dei vivi. Si creava così una festa duale dove vita e morte passeggiavano a braccetto.
L'incontro di due mondi: il mundus patet dei Romani
Il Mundus Cereris, punto di fondazione della città, era un luogo sacro per i Romani. Situato nel Foro, è una costruzione di mattoni costruita da Romolo stesso per placare lo spirito del gemello Remo, da lui ucciso.
Dedicato alla divinità Cerere, dea dell’agricoltura legata al mondo dell’aldilà, è connesso ad un riti di ambito funerario: il mundus patet, il mondo aperto, che veniva celebrato il 24 agosto, il 5 ottobre e l’8 novembre.
In queste giornate la lastra che bloccava l’accesso al Mundus Cereris veniva ritirata per permettere ad alcune divinità benevole di accedere al mondo dei vivi. Tra queste vi erano i manes, le anime degli antenati, che era buona prassi far tornare brevemente sulla terra per garantire la loro continua benevolenza.
Ma cosa lega queste celebrazioni al nostro Halloween? La risposta sono proprio gli spiriti. Questi erano suddivisi in lares (spiriti benigni protettori della casa e della famiglia), manie (simili a scheletri che incutevano terrore) e lemures (spiriti delle anime decedute per morte violenta). Non vi ricordano alcuni mostri e travestimenti di uso comune?
Vino e defunti: le Antesterie dell’antica Grecia
Nell’antica Grecia Halloween durava tre giorni (anche se non si chiamava così ed era una festa celebrata nel periodo antecedente la primavera e non l’inverno).
Ma andiamo con ordine. Il nome della festa era Antesterie, si teneva ad Atene durava tre giorni e potevano prendervi parte anche donne, bambini e schiavi; il focus delle celebrazioni erano il vino e i defunti.
Il primo giorno di festa era Pithoigia. In questa ricorrenza i celebranti si riunivano al tempio di Dioniso per l’apertura dei pithoi, vasi da immagazzinamento, e per consumare il vino contenuto.
Il nome della seconda giornata era Choes, per ricordare la forma dei recipienti in cui il vino era consumato (χοῦς - tozza, tonda), ed era dedicata a gare e feste private. L’origine di queste attività è il mito di Oreste, figlio di Agamennone, narrate nell’Ifigenia in Tauride di Euripide. Reo di matricidio è ostracizzato dalla comunità, che non vuole essere contaminata da questa sua impurità. L’unico atto di convivialità concesso ad Oreste è la partecipazione a banchetti, ma seduto in un angolo lontano dagli altri invitati, che libano in silenzio per interagire il meno possibile con l’omicida.
Il terzo giorno, Chytroi, era dedicato a Ermes Psicopompo e aveva un carattere più funerario. In questa occasione le famiglie preparavano una zuppa di legumi da offrire al dio e al termine della giornata camminavano in processione per la casa invitando gli spiriti dei morti a lasciare la dimora.
Incontri e scontri
Ad accomunare le tre feste è la caduta dei confini tra mondo dei vivi e dei morti. Gli spettri invadono la terra e possono essere placati solo con rituali e libagioni offerte dai vivi.
Pur avendo perso il suo significato ancestrale la festa di Halloween ha ancora grandissimo seguito e alcuni elementi del passato si sono adattati alle esigenze moderne.
Il Diavolo la sa lunga: la storia di Jack O’Lantern
Simbolo di Halloween per antonomasia, le zucche, illuminate da candele e intagliate con ghigni e volti macabri, sono una tradizione consolidata soprattutto negli Stati Uniti.
La loro storia è legata a Jack O’Lantern, personaggio del folklore irlandese. Giocatore d’azzardo e ubriacone, quest’uomo dalla dubbia moralità riesce addirittura ad ingannare il Diavolo in numerose occasioni. Un giorno, dopo aver provato a tentarlo, il Diavolo si ritrova incatenato ad un albero, impossibilitato a scendere a causa di una croce intagliata sul tronco. Jack promette di liberarlo in cambio di un anno di vita in più.
Il patto viene stipulato, ma Jack muore comunque prima del previsto. Prova ad entrare in Paradiso, ma viene condannato per i suoi peccati. Prova all’Inferno, ma il padrone di casa lo caccia visti i loro trascorsi.
Jack si trova così costretto a vagare in un eterno e oscuro limbo tra le due realtà, illuminato dalla flebile luce di un tizzone ardente messo in una rapa scavata che funge da lanterna. Da quel giorno la notte di Halloween è possibile vedere questa luce vagare nell'oscurità: è Jack che cerca la strada.
La leggenda di Jack arriva negli Stati Uniti insieme ai migranti Irlandesi che, in assenza delle rape comuni nella loro patria, le sostituiscono con le zucche, molto più comuni.
Pane, preghiere e maledizioni
Sapevi che il famoso “Dolcetto o scherzetto” è originario del Medioevo?
Secondo la tradizione i mendicanti passavano di casa in casa chiedendo cibo in cambio di preghiere per i defunti. Chi apriva la porta aveva due strade: accettare di donare qualcosa o rifiutare e vedersi riversare sciagure e maledizioni sul capo.
Tu cosa avresti fatto?