Descrizione
Tornano nelle sale del Museo Luigi Bernabò Brea gli artisti Tahar Ben Jelloun e Alessandra Giovannoni. La mostra, curata da Giovanna De Feo, racchiude una profonda percezione dell’attualità che incombe sull’Isola, creando una narrativa che da una parte omaggia la figura di un giovane eroe dei nostri tempi, il giudice Livatino, ucciso dalla mafia, dall’altra tratteggia il dramma dei rifugiati che sbarcano sulle meravigliose coste siciliane.
Tra le più famose firme della letteratura francofona, Tahar Ben Jelloun è conosciuto a livello internazionale per la sua produzione poetica. Dedicatosi alla pittura solo in un secondo momento, è definito il pittore della luce e della gioia. Nei suoi dipinti Jelloun trasforma la poesia in colori materici e vivaci, dando vita ad atmosfere e suggestioni del mondo arabo, ricreando i paesaggi della sua infanzia attraverso un astrattismo che trasforma la calligrafia araba in segni con cui dare anima alla tela.
Se la pittura di Jelloun è una forma di scrittura, l’opera di Alessandra Giovannoni si distingue per il suo aspetto scenografico. Dal taglio allungato e di notevoli dimensioni, le tele della Giovannoni sono riconoscibili per la recisione netta del paesaggio nella parte superiore della composizione, dando una sensazione di non finito dove i colori appaiono a tratti sfumati e la luce crea un riverbero, come se si guardasse l’opera di scorcio strizzando gli occhi perché investiti dal sole.
Attraverso la sperimentazione del colore e della materia le opere dei due artisti, già parte della collezione permanente dell’ala contemporanea del Museo, propongono al visitatore un percorso che è una riflessione moderna sul destino che incombe e sui contrasti tangibili del mondo odierno.
Una realtà questa, che investe l’Isola più complessa e straordinaria del Mediterraneo, raccontata da un poeta-pittore e da una pittrice tra le più interessanti esponenti della Nuova Scuola Romana.